Comunicato stampa: L’assistenza ai professionisti della salute riduce l’uso non giustificato di antibiotici negli ospedali

L’assistenza ai professionisti della salute riduce l’uso non giustificato di antibiotici negli ospedali.

Una revisione Cochrane aggiornata, pubblicata il 9 febbraio, ha identificato dei mezzi efficaci e sicuri per ridurre l’uso non appropriato di antibiotici in ospedale. Direttive e politiche che promuovono un uso più mirato degli antibiotici hanno il massimo impatto quando sono sostenute dalle tecniche più efficaci atte a modificare il comportamento dei medici.

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Gli antibiotici vengono usati per trattare le infezioni batteriche, per esempio la polmonite. La resistenza agli antibiotici costituisce oggi un problema maggiore di salute pubblica e alcune infezioni non sono più curabili con i medicinali disponibili. Le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici conducono a ospedalizzazioni più lunghe e comportano un maggior rischio di mortalità. L’uso inappropriato degli antibiotici è associato all’aumento della resistenza e degli studi hanno mostrato che nella metà dei casi i medici in ospedale prescrivono antibiotici inutilmente.
Un gruppo di ricercatori del Regno Unito ha valutato l’efficacia e la sicurezza di interventi volti a migliorare le modalità di prescrizione degli antibiotici ai pazienti ospedalizzati. Si è inoltre voluto stimare la variabilità fra i diversi tipi di intervento studiati.  
I ricercatori hanno identificato 221studi effettuati negli USA, in Europa, Asia, Sudamerica e Australia. Gli interventi erano diretti verso il personale curante che prescrive antibiotici a pazienti degenti in ospedale per terapia intensiva o chirurgia pianificata. Essi si suddividevano grosso modo in due categorie: le tecniche “restrittive” applicavano ai medici regole atte ad assicurare prescrizioni appropriate mentre le tecniche “facilitatrici” provvedevano informazioni o feedback per aiutare i medici a prendere decisioni più informate. In entrambi i casi lo scopo era di aumentare il numero di prescrizioni appropriate di modo che gli antibiotici fossero dati unicamente ai pazienti che ne avvessero potuto trarre un beneficio.
In 29 studi randomizzati riguardanti 23'394 pazienti, dati d’alta qualità hanno mostrato che il 58% dei pazienti inclusi nei gruppi d’intervento ha ricevuto prescrizioni appropriate contro solo il 43% dei pazienti appartenenti a gruppi con pratiche mediche abituali. Gli interventi hanno ridotto la durata dell’uso di antibiotici da 11 a 9 giorni e probabilmente ridotto la durata media d’ospedalizzazione da 13 a 12 giorni. Dati di 28 studi randomizzati su 15'287 pazienti hanno stimato un rischio di mortalità dell’11% in entrambi i gruppi, suggerendo che la riduzione dell’uso di antibiotici non provoca nessun aumento di mortalità. Inoltre i dati di 26 studi non randomizzati forniscono un’evidenza limitata in favore di un’associazione fra la messa in opera di interventi e la riduzione delle infezioni nosocomiali.
Gli interventi comprendenti tecniche facilitatrici o restrittive sono risultati più efficaci di quelli basati unicamente sull’educazione (per esempio: riunioni o distribuzione di linee direttive). Oltre a ciò l’aggiunta di tecniche facilitatrici ha aumentato l’efficacia delle tecniche restrittive. Tuttavia le tecniche facilitatrici più efficaci (precisazione degli obiettivi, feedback e pianificazione dell’azione) sono state usate solo nel 10% degli interventi.
L’autore principale di Cochrane Peter Davey, della Divisione delle scienze della salute delle popolazioni dell’Università di Dundee, Regno Unito, afferma che “Questa revisione Cochrane mostra che interventi degli diversi e di una grande varietà sono riusciti a ridurre l’uso non appropriato di antibiotici negli ospedali, mantenendo allo stesso tempo la sicurezza dei pazienti”. E aggiunge: “Non abbiamo bisogno di ulteriori studi per sapere se questi interventi riducono l’uso non appropriato di antibiotici ma abbiamo bisogno di più ricerca per capire perché le tecniche più efficaci di modificazione del comportamento non sono applicate più spesso negli ospedali. Le ricerche future dovrebbero concentrasi sui trattamenti e la valutazione di altre misure di sicurezza per il paziente nonché su interventi atti a esplorare le barriere e i fattori facilitanti della messa in opera. L’uso appropriato degli antibiotici dovrebbe assicurare una cura efficace dei pazienti con infezioni e ridurre le prescrizioni non necessarie. L’adozione degli interventi studiati potrebbe avere un impatto notevole sui servizi e le politiche sanitarie e sulle future decisioni dei pazienti”.

Riassunto completo in inglese

Note all’attenzione delle redazioni :

Citazione completa: Davey P, Marwick CA, Scott CL, Charani E, McNeil K, Brown E, Gould IM, Ramsay CR, Michie S. Interventions to improve antibiotic prescribing practices for hospital inpatients. Cochrane Database of Systematic Reviews 2013, Numero 4 . Art. No. : CD003543. DOI : 10.1002/14651858.CD003543.pub3.
Questa ricerca è stata sovvenzionata dalla Direzione degli affari scientifici (Chief Scientist Office) del Governo scozzese e dalla British Society for Antimicrobial Chemotherapy.

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